Pino Strabioli: “La mia amica Gabriella Ferri, anima raffinata e popolare della musica”

L’11 maggio ha presentato la cerimonia di inaugurazione di piazza Gabriella Ferri, il nuovo grande spazio pubblico che si trova accanto al centro commerciale Maximo, nel cuore del quartiere Laurentino. Pino Strabioli – regista teatrale, attore e conduttore televisivo – era amico e grande ammiratore della cantautrice romana scomparsa nel 2004. Alla figura di Gabriella Ferri ha dedicato spettacoli teatrali e approfondimenti in trasmissioni tv. In questa importante occasione lo abbiamo intervistato per un ricordo dell’amica e qualche riflessione sul rapporto tra spettacolo e luoghi popolari come i centri commerciali.

Cosa rappresenta Gabriella Ferri per la cultura musicale romana e nazionale?
Rappresenta non soltanto Roma ma l’anima raffinata e popolare della musica. È stata un’interprete unica e irripetibile, entrava nelle parole, nelle note con strazio e allegria, non a caso è stata definita “il meccanico della canzone”. Ci ha lasciato un’eredità culturale incredibile.

Qual è il suo ricordo personale dell’artista e dell’amica?
Per me Gabriella Ferri è stato prima di tutto “l’incontro”, la prima persona popolare che ho voluto conoscere perché la vedevo a casa… dove sta Zazà, ero innamorato di questa bellissima donna vestita da clown con la bombetta e il frac. L’unica persona famosa che ho deciso di voler incontrare, ho suonato alla sua porta, lei mi ha aperto e da lì è nata un’amicizia, mi ha insegnato e regalato tanto… mi ha diretto nella sua unica regia teatrale. Lei era sensibilità pura, assorbiva tutto: era felicità e disperazione, era quello che riesce a raccontarci quando interpreta delle canzoni apparentemente leggere e Lei le fa diventare un graffio, un tormento ma anche una risata, un divertimento. Una donna immensa, uno degli incontri fondamentali della mia vita.

Pensa che la Ferri sarebbe contenta di avere intestata una piazza in un quartiere popolare accanto a un grande centro commerciale?
Gabriella amava la gente e la città perciò sarebbe contenta sicuramente perché non ha mai fatto distinzioni di zone, classi e ceti.

Il mondo dello spettacolo è stato uno dei settori più martoriati dalla pandemia. Secondo lei qual è la ricetta per ripartire?
La ricetta è soltanto una: dobbiamo rimboccarci le maniche e tornare allo spettacolo dal vivo, a incontrare il pubblico,  la gente ha bisogno di emozioni sane. I lavoratori dello spettacolo hanno pagato e continuano a pagare un prezzo altissimo, siamo stati presi poco in considerazione ma dietro all’attore o al cantante famoso ci sono lavoratori, famiglie, un intero sistema al momento in ginocchio.

Quanto le manca poter frequentare un teatro o un cinema e cosa ne pensa delle piattaforme tv e  web che oramai hanno sostituito gli spettacoli dal vivo?
Manca moltissimo, le piattaforme hanno fatto la loro parte nell’emergenza ma non possono certo essere un’alternativa allo spettacolo dal vivo.

Perché il teatro non riesce a sfondare in tv?
Ho condotto per dieci stagioni un programma dedicato al teatro e ai suoi protagonisti, non riesce a sfondare perché non c’è la volontà di individuare un giusto linguaggio, non si osa. È un peccato!

Crede possibile una sinergia fra il mondo dello cultura e il mondo del commercio? Come possono interagire e diventare un valore aggiunto uno per l’altro?
Sarebbe bello fra un acquisto e l’altro inciampare in un attore che recita poesie, in un musicista, in un danzatore… ma in una dimensione scenografica e non all’angolo del marciapiede.

Lei frequenta i centri commerciali? Ha visitato il Maximo Shopping Center?
Non sono un grande frequentatore di centri commerciali ma ho visitato il Maximo in occasione della piazza dedicata a Gabriella Ferri. Sarebbe bello realizzare quanto ci siamo promessi con il figlio di Gabriella e la sindaca Raggi: una giornata di musica e parole dedicata a questa grande artista che ho avuto il privilegio di avere come amica.

 

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