Un “piccolo gesto”, quello di buttare a terra un mozzicone di sigaretta, che può apparire trascurabile ma che, in realtà, causa un gravissimo danno ambientale. Ogni anno in Italia sono 14 miliardi i mozziconi che finiscono nell’ambiente, 4,5 trilioni nel mondo, confermando come appunto un piccolo gesto come gettare a terra un mozzicone di sigaretta può causare un danno gravissimo all’ambiente.
Secondo il recente report dell’associazione Marevivo, circa il 65% dei mozziconi non viene smaltito correttamente, con la conseguenza che oggi sono tra i rifiuti più diffusi e più lenti a degradarsi (tra i 10 e i 20 anni). Tra le motivazioni principali per cui molti fumatori continuano a gettarli a terra ci sono la mancanza di sensibilità verso l’ambiente e di consapevolezza sul danno arrecato, la carenza di sufficienti cestini e posacenere sul territorio e la mancata applicazione delle sanzioni previste per chi adotta questo comportamento scorretto.
Da un paio di mesi anche il Maximo Shopping Center sta facendo la propria parte per contrastare questo fenomeno: chi spegne una sigaretta e la getta nei posacenere appositamente installati nell’area del nostro centro commerciale dà una mano all’ambiente. I nostri 12 smoker points, cioè le colonnine in cui è possibile spegnere e buttare le sigarette, contribuiscono infatti alla raccolta di mozziconi destinati ad essere riciclati per produrre nuova materia prima. Maximo si è aggiunto ad altri 14 altri centri commerciali gestiti da “Cushman & Wakefield” che già dall’autunno del 2020 avevano dato vita al progetto “Spegni sostenibile”, realizzato in sinergia con la start up trentina “Re-Cig” e l’agenzia Publievent.
Nuova materia utile dai filtri delle sigarette
Marco Fimognari, fondatore di Re-Cig insieme a Nicola Bonetti, ci racconta come è nata l’azienda e quali sono i suoi obiettivi.
“Abbiamo iniziato le prime ricerche nel 2016, in stretta collaborazione con l’Università degli Studi di Trento, con la convinzione che dai mozziconi di sigaretta si potessero recuperare i filtri, dopo averli separati dalla carta e dalla cenere, per ricavarne acetato di cellulosa, un materiale plastico innocuo e pulito che si può utilizzare per creare nuovi oggetti. Abbiamo registrato il nostro brevetto e poi ci siamo concentrati sullo sviluppo di un business che potesse coniugare sostenibilità ambientale ed economica. Nei primi due anni di attività abbiamo meglio definito il progetto, partecipando ai più importanti Hackaton regionali e all’inizio del 2019 Re-Cig è stata incubata da parte di Progetto Manifattura di Rovereto”.
Dai posacenere fino alla trasformazione in acetato di cellulosa
Re-Cig opera quindi nel mondo dell’economia circolare e produce in proprio gli smoker points che servono alla raccolta dei mozziconi. “Sono posacenere pensati con un design che non permette all’acqua piovana di entrare, evitando così di sgocciolare e portare all’esterno la componente inquinante delle sigarette”, spiega Fimognari. La start up si occupa anche della fase di raccolta dei mozziconi, che vengono svuotati dagli addetti alle pulizie dei nostri clienti in contenitori più grandi che periodicamente vengono ritirati dal personale incaricato di Re-Cig. Siamo l’unica azienda in Italia iscritta all’albo dei gestori ambientali ad avere l’autorizzazione a gestire i mozziconi di sigaretta per tutte le utenze non domestiche. Una categoria che è stata creata ad hoc per Re-Cig, perchè prima non esisteva nessuna realtà simile nel nostro Paese.
Una volta raccolti i mozziconi nelle varie parti d’Italia in cui sono presenti i posacenere creati da Re-Cig (molte decine di questi sono dislocati nei centri commerciali di Cushman & Wakefield e altri sono utilizzati da grandi aziende private), vengono trasportati con un apposito furgone presso lo stabilimento di Civezzano, nei pressi di Trento, sede operativa dell’azienda. Lì avviene un processo di purificazione e trasformazione per arrivare a ricavare l’acetato di cellulosa che può poi essere rivenduto sul mercato come materia prima-seconda.
I partner del progetto si impegnano in un’azione ambientale e culturale
“Il nostro modello di business non si basa sulla sola vendita della materia che ricaviamo dal riciclo dei mozziconi – chiarisce Marco Fimognari -, non sarebbe economicamente sostenibile. Quello che noi proponiamo è invece un servizio completo ai nostri clienti, che prevede un canone per il comodato d’uso degli smoker points, il ritiro e lo smaltimento. Chi diventa nostro partner si impegna perciò in un’azione ambientale e culturale che ha come obiettivo la riduzione dei rifiuti derivanti dalle sigarette. È esattamente quello che ha fatto ‘Cushman & Wakefield’, che per prima ci ha sostenuto e ha creduto nel nostro progetto”.
La start up ha avviato l’attività operativa proprio nei giorni del primo lockdown causato dalla pandemia, una concomitanza che avrebbe potuto essere fatale. “Oltre a noi due soci, abbiamo quattro collaboratori che si occupano del commerciale e due dipendenti, assunti l’1 marzo 2020 – racconta Fimognari -. Essendo appena partiti non abbiamo potuto accedere a nessun ammortizzatore previsto dal Governo ma abbiamo comunque utilizzato le settimane di stop per organizzarci al meglio per ripartire con un piano operativo ben strutturato. Durante l’estate dell’anno scorso Publievent ha poi coinvolto ‘Cushman & Wakefield’ nel progetto ‘Spegni sostenibile’, che ci ha consentito di avviarci in maniera concreta, con la produzione dei primi smoker points, proprio nel momento più delicato per noi. La rete di clienti è partita così, passo dopo passo, e ora ci consideriamo qualcosa di più di una start up, dal momento che l’azienda sta cominciando a funzionare da sola, senza dover ricorrere a capitali di noi proprietari”.
Nuove idee per fare crescere Re-Cig
L’avventura di Re-Cig può considerarsi appena all’inizio: “Ad oggi abbiamo installato oltre 300 smoker points e stiamo puntando alle aziende di medie e grandi dimensioni come cliente ideale per svilupparci ulteriormente su tutto il territorio nazionale. Vorremmo poi realizzare altre due sedi di raccolta, al centro e al sud Italia, anche per ridurre il chilometraggio e le conseguenti emissioni di CO2 in atmosfera quando effettuiamo il ritiro dei mozziconi con i nostri mezzi. Stiamo gestendo in questo periodo le prime richieste che ci vengono dall’estero ma c’è da affrontare il tema complesso delle legislazioni e dei regolamenti locali per lo smaltimento rifiuti. Infine, una grande sfida sulla quale ci stiamo ancora cimentando: ci piacerebbe realizzare un prodotto fatto con il nostro acetato di cellulosa da poter usare come gadget simbolico di tutto il nostro progetto di riciclo. Ipotizziamo dovrebbe trattarsi di un oggetto in plastica del peso di circa 25 grammi e del valore di una decina di euro o poco più, qualcosa che abbia un reale utilizzo e che evochi immediatamente la sua origine e la storia che ci sta dietro. Sarebbe un modo tangibile per chiudere il cerchio della nostra idea, sia dal punto di vista ambientale che economico. Se qualcuno, ispirato dal nostro progetto, ha una soluzione da proporci, è il benvenuto…”.