I mille volti dell’ostetrica, storia di una figura fondamentale

Quando pensiamo all’ostetrica, siamo soliti identificarla con quella figura professionale che fornisce supporto alla donna in sala parto. Ma conosciamo davvero tutte le peculiarità del lavoro dell’ostetrica? Per riuscire a comprendere appieno le caratteristiche che delineano il suo profilo professionale, dobbiamo partire da un excursus nel passato.

Come nasce la figura dell’ostetrica

Sin dai tempi più antichi, l’evento della nascita era considerato di esclusivo appannaggio delle donne, poiché si riteneva che solo loro potessero creare quella complicità e collaborazione necessarie ad accompagnare un momento così delicato.

Gli uomini, tenuti all’oscuro di tutto, aspettavano ansiosi lontano dal luogo di nascita.

L’arte ostetrica, “l’arte dello stare accanto”, era di pertinenza assoluta delle donne che tramandavano le loro pratiche l’una all’altra.

Nell’antica Grecia, l’assistenza alle partorienti era affidata a donne anziane, le MAIAI, le quali si occupavano, oltre che di parto e nascita, di sterilità, di isterismo e altre malattie femminili.

Nell’antica Roma, le levatrici venivano chiamate OBSTETRICES, letteralmente “colei che sta davanti”, e a loro era richiesto un vero e proprio apprendistato. Erano chiamate in famiglia per i parti e le prime cure del bambino, ed erano tenute in grande considerazione. Si può supporre che, per poter esercitare la professione, esse dovessero avere avuto figli ed essere avanti con l’età, molto probabilmente già in menopausa.

La LEVATRICE doveva conoscere le “medicine”, e doveva essere calma, prudente, coraggiosa, modesta ed intelligente poiché, oltre a prestare assistenza al parto, essa doveva intervenire anche in tutti i casi di patologia femminile. Non esisteva tuttavia alcuna scuola che potesse indirizzare all’esercizio della professione: si trattava piuttosto di una trasmissione di conoscenze e criteri prevalentemente empirici, senza una reale formazione scientifica né una vera e propria regolamentazione.

A partire dal 1750 circa, l’elevata mortalità infantile e materna determinò un cambio di rotta, che portò ad approfondire e diffondere le conoscenze relative all’ostetricia.

Nella seconda metà del secolo vennero pertanto istituiti corsi, scuole e commissioni d’esame per levatrici. Vennero inoltre pubblicati numerosi trattati ed istituite cattedre di ostetricia nelle facoltà di medicina delle università.

Verso la fine del secolo, nei testi di ostetricia per levatrici si trovavano esclusivamente nozioni di medicina, oltre ad indicazioni sulle doti “morali” che dovevano caratterizzare queste figure.

Nasceva quindi un nuovo mestiere: l’antica arte della levatrice, fino ad allora indipendente dal mondo e dalla scienza, diventava una professione riconosciuta e legata ad una specializzazione di tipo medico, e tuttavia ancora ad esclusivo appannaggio delle donne.

Da lì in poi, scuole e percorsi formativi hanno portato all’istituzione del corso di laurea.

 

L’ostetrica oggi

La figura dell’ostetrica viene solitamente identificata con quella persona che presta assistenza alla donna nel momento della nascita del proprio figlio. Viene dunque associata esclusivamente all’ospedale e in particolar modo alla sala parto.

Ciò che i più ignorano, è che l’ostetrica è in realtà la professionista deputata all’assistenza della donna lungo il corso di tutta la sua vita.

Non solo nascita, dunque, ma anche pubertà, adolescenza, maternità, allattamento, fino ad arrivare alla menopausa ed oltre. L’ostetrica accompagna la donna in ogni fase della vita prendendosene cura e dandole la comprensione e l’aiuto necessari, instaurando, grazie alla sua empatia, un rapporto unico.

È in grado di riconoscere, grazie alle sue competenze, situazioni patologiche, collaborare con altri professionisti ed intervenire in caso di emergenza.

In seguito all’abilitazione, ottenuta dal superamento dell’Esame di Stato, l’ostetrica/o legittima la propria professione in ambito ostetrico, ginecologico e neonatale.

Le attività riconosciute all’ostetrica sono quelle acquisite nel percorso formativo teorico e pratico (laurea in Ostetricia) e che, a loro volta, rispecchiano le competenze previste nel profilo professionale (DM740/94) e nel codice deontologico dell’ostetrica/o.

L’ambito di azione dell’ostetrica include la cura della persona sia da un punto di vista clinico (midwifery cure) che di supporto (midwifery care) nonché educativo/informativo (midwifery educator).

In una società come quella odierna, in cui la medicalizzazione assurge ad elemento principale in ogni aspetto della vita, questa figura viene talvolta sottovalutata e sostituita dal ginecologo, cui la donna è solita rivolgersi per tutti i problemi riguardanti la sua salute.

Ciò che è importante sapere è che le due figure dell’ostetrica e del ginecologo, non si equivalgono né sono in contrapposizione tra loro. Anzi, esse sono complementari, diverse nelle funzioni ed ugualmente necessarie per affrontare la gravidanza, il parto e il post partum nella maniera migliore possibile.

La donna che si rivolge all’ostetrica ne scopre l’importanza e prova su di sé il benessere e l’aiuto che deriva da una professionista preparata e formata proprio per garantire il suo benessere.

Il GCS Point, nell’ambito del suo progetto di prevenzione e cura al femminile, ha scelto le migliori ostetriche per accompagnarti con competenza e professionalità lungo il percorso della gravidanza e in tutte le fasi più delicate della tua vita.

Testo curato da GCS Point 

 

 

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